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Prevenzione del tumore della prostata

La gestione multidisciplinare del tumore della prostata è fondamentale per curare al meglio il paziente

Prostata: un tumore sempre più diffuso ma che oggi fa meno paura.

IL DOTTOR SALVATORE BARTOLOTTA ALLA CONSOLE DEL ROBOT DA VINCI

I casi di cancro prostatico sono raddoppiati, pochi i sintomi specifici e ben definiti. Ecco perché fare diagnosi precoce è difficile.
Un approccio multidisciplinare nella cura dei tumori della prostata si rivela necessario sin dall’inizio per fornire un trattamento adeguato ed offrire migliori prospettive di vita.

Sull’esempio delle ‘breast unit’, per la cura del cancro al seno, sono quindi nate le ‘Prostate unit’, che offrono senza alcun dubbio una diagnosi molto più raffinata che consenta anche di distinguere le diverse forme di tumore, la loro gravità e la soluzione terapeutica più idonea.

La gestione multidisciplinare del tumore alla prostata è fondamentale per curare al meglio il paziente affetto da tale patologia. L’anatomopatologo, il radiologo, il radioterapista, l’urologo e l’oncologo sono gli specialisti coinvolti nella corretta diagnosi e più idonea cura dell’adenocarcinoma prostatico, il fisiatra e lo psicologo sono di grande ausilio nel supportare il paziente nel follow up.

DEFINIZIONE DEL PROBLEMA
Il carcinoma prostatico è divenuto, nell’ultimo decennio, il tumore più frequente nella popolazione maschile dei Paesi occidentali. Alla base di questo fenomeno, più che la presenza di fattori di rischio, c’è la maggiore probabilità di diagnosticare tale malattia, che è presente in forma latente nel 15-30% dei soggetti oltre i 50 anni e in circa il 70% degli ottantenni. La diffusione del dosaggio
dell’antigene prostatico specifico (PSA) nell’ultimo decennio ha profondamente modificato l’epidemiologia di questo tumore, anche in senso qualitativo.

La popolazione affetta da adenocarcinoma prostatico risulta essere profondamente eterogenea essendo composta da pazienti sensibili a diversi trattamenti terapeutici, quali la terapia medica, chirurgica e radioterapica, così come è prevedibile una vigile attesa.
Le opzioni terapeutiche non vanno intese come trattamenti singoli che non possano essere integrati tra loro, bensì una giusta e corretta valutazione multidisciplinare consente un trattamento multimodale che garantisce una migliore risposta terapeutica in termini di risultati sia a breve che a lungo termine, inoltre aumenta con differenza statisticamente significativa la sopravvivenza libera da malattia.

È supportata da evidenza scientifica, oltre che etica e morale, la necessità di una gestione multi disciplinare dei pazienti affetti da tale patologia, la letteratura scientifica urologica riporta dati riguardanti la miglior gestione della patologia così come di risultati migliori nella gestione dei pazienti nelle Prostate Unit, sorte in diversi centri sanitari in ogni parte del mondo.

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